Glorioso Rimpatrio dei Valdesi

a piedi

Il Glorioso rimpatrio dei Valdesi è oggi un itinerario storico e culturale oltre che escursionistico che attraversa ambienti di elevato valore naturalistico, tra cui parchi naturali e siti della rete ecologica Natura 2000. Da Ginevra a Bobbio Pellice, è percorribile in 20 giorni; nel 1689, i Valdesi, incalzati dall’esercito franco piemontese, impiegarono 13 giorni per coprire i 250 km che li separavano dalle terre d’origine. La memorabile impresa  verso il ritorno alla libertà è passata alla storia col nome di “Glorieuse Rentrée”. 

Nel 1685, con la revoca dell’Editto di Nantes, ripresero le persecuzioni nei confronti dei Valdesi. Seguendo la politica di Luigi XIV di Francia, Vittorio Amedeo II impose ai suoi sudditi di religione riformata di cessare ogni manifestazione pubblica, demolire i luoghi di culto, allontanare i loro ministri e battezzare i figli nella Chiesa romana. I valdesi, rifiutando l’ipotesi di un esilio, decisero di resistere, ma furono massacrati. Deportati nelle prigioni e nelle fortezze perirono di stenti. 
Nel 1687, poco più di 2.500 valdesi superstiti che non avevano voluto abiurare dopo la sanguinosa repressione furono liberati dalle prigioni sabaude e condotti in esilio in Svizzera.

Tre anni dopo, nell’agosto del 1689, la situazione internazionale si volse in loro favore, Guglielmo III d’Orange diventato re d’Inghilterra, nel quadro della guerra contro la Francia, finanziò una spedizione militare in Piemonte.
Nella notte del 26 agosto 1689, meno di 1000 esuli valdesi e ugonotti, animati dal pastore Henri Arnaud, si incamminarono dalle sponde del lago di Ginevra verso la Savoia, con la speranza di tornare nelle proprie valli in Piemonte. Dopo un memorabile scontro a Salbertrand con le truppe francesi, rientrati nelle loro terre, i valdesi si impegnarono a Sibaud, una frazione di Bobbio Pellice, a mantenere fra loro unione e solidarietà (i valdesi approvarono le regole del loro comandante Arnaud impegnandosi in un giuramento di reciproca fedeltà fra soldati e ufficiali per continuare la lotta verso la libertà che sarebbe durata altri 9 mesi). Stretti dalle truppe francesi si trovarono impegnati in mesi di guerriglia e furono costretti ad asserragliarsi alla Balsiglia, una borgata sopra a Massello, in val Germanasca. L’attacco nel maggio 1690 delle truppe franco-sabaude stava per segnarne la fine ma li salvò l’improvviso cambiamento nelle alleanze politiche che portò il duca di Savoia a scendere in guerra contro i suoi ex alleati francesi.

Il percorso dal confine con la Francia (col Clapier) a Bobbio Pellice prevede sei tappe di cui tre in Valle di Susa. 

www.lestradedeivaldesi.it

www.gloriosorimpatrio.it

 

  • sviluppo: 20,4 km
  • tempo percorrenza: 4 ore e 30 minuti-5 ore
  • dislivello salita: 295 m
  • dislivello discesa: 1330 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Colle del Piccolo Moncenisio (2182 m)
  • arrivo: San Giacomo di Giaglione (1147 m)

Dal Colle del Piccolo Moncenisio, presso l’omonimo rifugio in territorio francese, si sale, in circa 2 ore di camminata attraverso un paesaggio dominato dal massiccio dei Denti d’ Ambin, al lago delle Savine, e successivamente al Col Clapier (2477 m). Da qui si presume sia transitato Annibale con il suo esercito e gli elefanti, nel 218 a.C. durante la discesa verso la Pianura Padana.

Trascurando a destra il bivio per il Bivacco Vaccarone, si imbocca il Sentiero Balcone che scende lungo la  Val Clarea e, attraverso praterie alpine e boschi di latifoglie, conduce alla Frazione San Giacomo di Giaglione, dove i Valdesi sostarono per la notte.

  • sviluppo: 21,9 km
  • tempo percorrenza: 9 ore
  • dislivello salita: 1590 m
  • dislivello discesa: 1050 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: San Giacomo di Giaglione (1147 m)
  • arrivo: Montagne Seu (1770 m)

Il mattino  del 3 settembre 1689, i Valdesi discesero verso il fondo valle per trattare il passaggio su Chiomonte, ma ad attenderli c’erano le truppe sabaude del conte Losa di Susa che infliggendo parecchie perdite all’ avanguardia valdese, costrinse una ritirata lungo il vallone del Tiraculo. Salita talmente dura che i loro ostaggi “imploravano di essere privati della vita piuttosto di soffrire tanto”

Il percorso escursionistico, da San Giacomo (1147 m), scende su strada asfaltata a Grange Buttigliera (1101 m) dove si imbocca il ripido sentiero che conduce alla Borgata Tiraculo (1406 m). Da qui si prosegue, attraversando un bosco prima di castagno e poi di conifere, sino a raggiungere Grange Thullie (2024 m) e i Quattro Denti di Chiomonte (2106 m). Tempo di salita: 3 ore 15 minuti circa.

Superata  Cima Quattro Denti, si scende in Val di Susa e, ignorando tutti i sentieri che portano verso valle, si prosegue a mezzacosta sino ad arrivare al Pertus di Colombano Romean (opera idraulica realizzata tra il 1526 e il 1533).
Lo stretto sentiero, recentemente recuperato e segnalato, attraversa in quota un bosco di larici con bei panorami sul Forte di Exilles, Salbertrand e la conca di Oulx, dominata dal monte Chaberton, fino ad arrivare all’Alpeggio di Clot Brun.
Qui s’imbocca verso valle la strada sterrata, che si abbandona dopo alcune centinaia di metri per proseguire lungo il sentiero che scende tra larici secolari verso Grange della Valle.
Raggiunta la caratteristica borgata in pietra dai bassi tetti orientati lungo il pendio della montagna per resistere alle valanghe, oltrepassata la cappella dedicata alla Madonna della Neve, si prosegue sulla sterrata che sale da S.Colombano verso il ponte sul Rio di Galambra che prende il nome dall’omonimo Vallone.
A destra, passando davanti alla Colonia Alpina Viberti, la strada sterrata conduce in pochi minuti al Rifugio Levi Molinari, mentre a sinistra si prosegue su strada asfaltata in direzione Eclause.
La lunga tappa può essere interrotta a questo punto, pernottando al Rifugio Levi Molinari e prolungando di un giorno la percorrenza dell’itinerario.
Volendo proseguire, anziché salire a destra al rifugio, si attraversa il torrente Galambra sulla strada asfaltata e, percorsi circa 200 metri s’imbocca a sinistra il sentiero per Soullier, Margaria, Combes. Il tracciato, che segue un antico canale dell’acqua, diviene successivamente una pista sterrata. Si passa sotto l’alpe Soullier e, trascurando le deviazioni per Margaria superiore, ci si dirige verso Combes (Via Alpina-Sentiero Balcone). Si esce dal bosco, si percorre un tratto di mulattiera delimitato da muretti di pietra e si inizia una ripida discesa  su Combes. Si passa tra le case di pietra di Combes fino ad incrociare la GTA. Superata la fontana si gira a destra e ci si alza sulla GTA di circa 150 metri per arrivare a Eclause (da vedere: campanile tardo-gotico della chiesa di San Pancrazio, finestre medioevali scolpite della casa che si affaccia sulla piazzetta della fontana). Attraversata la borgata, s’incrocia la strada che proviene dalle Grange della Valle e si prosegue sul sentiero GTA-Via Alpina.  Appaiono Salbertrand e il Gran Bosco. Raggiunto Moncellier di sopra, si attraversa la rotabile asfaltata del Pramand e si giunge a Moncellier di sotto sempre camminando lunga la vecchia mulattiera fino ad arrivare nel centro abitato di Salbertrand, (1038 slm). L’Ecomuseo Colombano Romean, lavoro e tradizione in alta Valle di Susa, gestito dall’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, include nel suo percorso di visita i luoghi più significativi del borgo (Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, Fontane cinquecentesche, Hotel Dieu, Cappella dell’Annunciazione dell’Oulme, Mulino idraulico del Martinet, Forno comunale) e dei suoi dintorni (Ghiacciaia ottocentesca, Carbonaia, Calcara, Cippo dedicato alla Glorieuse Rentrée).

Dal centro di Salbertrand, costeggiando il corso della Dora Riparia, ci si dirige verso il Parco naturale del Gran Bosco  transitando nei pressi del ponte detto delle Chenebieres dove si trovano il cippo e la bacheca che ricordano la battaglia, il cui esito positivo determinò la buona riuscita dell’intera impresa.

Giunti a Salbertrand in serata, i Valdesi, benché esausti, affrontarono le truppe francesi del marchese di Larray (2500 uomini) che presidiavano l’unico ponte sulla Dora. Riuscirono a forzare il ponte e dopo averlo distrutto si inerpicarono sulle pendici del Genevris sostando dispersi tra Seu e Monfol. Questa terribile ed estenuante tappa fu poi ricordata da Arnaud come “Le jour tres memorable”.

Si sale lungo la strada sterrata che conduce a Pinea e, al ponte sul rio delle Gorge si svolta a sinistra per imboccare il sentiero GTA che, con un dislivello di 750 m, conduce a Montagne Seu, nel cuore dell’area protetta, dove si trova il Rifugio Daniele Arlaud (1770 m).


 

 

  • sviluppo: 22,7 km
  • tempo percorrenza: 6 ore
  • dislivello salita: 550 m
  • dislivello discesa: 770 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Montagne Seu (1770 m)
  • arrivo: Granges di Pragelato (1546 m)

Da Montagne Seu si segue la strada carrozzabile per Monfol dove si giunge dopo circa 1 ora e 40 minuti di cammino (possibilità di ridurre i tempi di percorrenza intraprendendo il sentiero G6 “la Scorciatoia” che dalla località Prà du Col scende rapidamente su Monfol). Giunti alla frazione Monfol, in corrispondenza della bacheca informativa del Parco del Gran Bosco posta vicino alla fontana, si devia verso sinistra rispetto alla strada principale inoltrandosi nell’abitato. Dopo circa un centinaio di metri si incrocia il sentiero G3 proveniente dalla frazione Gad di Oulx, e lo si segue verso monte, a sinistra. Salendo, il sentiero che si fa impegnativo e dopo circa 45 minuti dalla frazione Monfol incrocia una strada carrozzabile detta dell’Enfer. La si attraversa senza abbandonare il sentiero che, dopo altri 40 minuti circa, arriva nella località detta Ferro di Cavallo dove incontra la strada per il col Blegier.

In località Ferro di Cavallo imboccare la carrareccia che scende a destra in direzione dell’alpeggio della Laune (sentiero n.4 del Parco del Gran Bosco), dopo circa 20 minuti e dopo aver costeggiato dall’alto il lago omonimo, si giunge a un bivio. Qui il nostro itinerario svolta a sinistra e riprende a salire su di una stradina che dopo pochi metri si trasforma in sentiero sino a giungere alla partenza dell’ormai in disuso skilift Costapiana. Si svolta a sinistra riprendendo la salita lungo una stradina di servizio delle piste da sci e dopo circa 20 minuti si giunge sul colle di Costapiana (2320 mt. slm) dove si incrocia la carrozzabile per l’Assietta dove è posta una bacheca di entrata del Parco del Gran Bosco.

Dal colle, dove i Valdesi scorsero per la prima volta le sospirate montagne natie, si imbocca verso est il sentiero n. 326 (nella prima parte aperto alle moto fuoristrada), si costeggia il rio Pomerol fino a raggiungere le ormai diroccate case della borgata Rif (h. 1,15 dal colle). Di fronte alla prima casa del Rif, con una meridiana del 1877, prendere a destra il sentiero n.4 che si dirige verso l’alto, indicato con una freccia in legno. Raggiunta una carrareccia si scende dolcemente alla borgata Allevè e, seguendo sempre le indicazioni del sentiero n. 4, si arriva a Pragelato borgata Grange (h. 0,45 dal Rif).
A Pragelato sono visitabili: il Museo naturalistico del Centro visite del Parco naturale Valtroncea, Casa Escarton, Centro di documentazione delle Meridiane, Museo del costume e delle tradizioni delle genti alpine.

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