Il Barocco in Valle di Susa

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La Valle di Susa fruisce lungo la sua storia di una straordinaria complessità di relazioni con gli opposti versanti alpini, e di là da questi, con un amplissimo orizzonte che abbraccia la Francia meridionale, l’area rodaniana e più lontani territori. Le strade coi loro transiti e traffici, le istituzioni religiose colle loro diffuse dipendenze e connessioni, i sistemi statuali estesi a cavaliere delle Alpi comportano una circolazione di uomini (mercanti, frequentatori di fiere e mercati, guide e conducenti di convogli, artigiani, pellegrini, religiosi ed ecclesiastici, principi, funzionari e vassalli), che trascina una circolazione altrettanto varia di culture, d’immagini mentali e d’immagini materiali. I prodotti artistici, e segnatamente molte tra le opere di scultura e d’intaglio, che corredano gli scenari del culto, riflettono in vario modo una tale complessità di apporti.

Superati i tempi terribili della seconda metà del ‘500, in cui la valle della Dora fu tormentata da occupazioni militari e scontri tra ugonotti e cattolici, la ripresa delle comunità e le sollecitazioni reiterate dai vescovi di Torino nonché, per l’alta valle, dalla prepositura di Oulx, pur tra le vicissitudini comportate da nuovi eventi bellici, portò, durante il ‘600, al ricupero o alla ricostruzione degli ambienti di culto, nonché all’integrazione dei loro corredi secondo la normativa liturgica prodotta dal concilio di Trento e dai sinodi provinciali.

Ad Avigliana , tra il 1622 e il 1642, viene eretto il Santuario della Madonna dei Laghi, importanti interventi di restauro e trasformazione coinvolgono la parrocchiale di Sant'Antonino di Susa, nel 1698. Il trattato di Utrecht del 1713 segna il passaggio del territorio valsusino interamente al dominio Sabaudo, fornendo nuovo impulso all'edilizia religiosa con produzioni spesso di alta qualità. Tra gli esempi più significativi La parrocchiale di Villar Focchiardo, Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Giovanni Vincenzo a Sant'Ambrogio, iniziata nel 1759 e terminata nel 1760, costruita su progetto di Bernardo Vittone sulla demolizione dell'antica parrocchiale Romanica

... Il rinnovamento dello scenario liturgico che caratterizza, segnatamente nella seconda metà del ‘600, le chiese dell’alta Valle della Dora costituisce una vicenda parallela e però diversa per protagonisti e cultura rispetto a quella dell’area di più diretta influenza savoiarda.
Tra il 1660 e il 1681 il vicario generale prevostura di Oulx Jean Allois e, per parte sua, l’arcivescovo di Torino Michele Beggiamo in occasione della vista pastorale del 1673, prescrivevano, insieme con la riorganizzazione delle istituzioni parrocchiali, la ricostruzione e l’ampliamento degli edifici nonché l’aggiornamento e l’integrazione dei loro corredi. In connessione cogli interventi strutturali si fornirono le chiese di nuovi retables che agli occhi dell’Allois insieme coi tabernacoli dorati e le altre nuove suppelletiili simboleggiavano il fiorire del culto per “l’edification des peuples”.
 Grazie allo scambio di maestranze e di esperienze tra l’alta Valle di Susa e il Brianzonese vengono realizzati i grandi arredi liturgici dell’età barocca nelle Chiese di Salbertrand, Exilles, Savoulx, Oulx, Sauze d'Oulx, Melezet...

 

 

Testi tratti da: Il patrimonio artistico della valle di Susa
"Immagini scolpite e arredi lignei" di Guido Gentile.

 

Immagini scolpite e arredi lignei
Testi tratti da: Il patrimonio artistico della Valle di Susa "Immagini scolpite e arredi lignei" di Guido Gentile

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