Architettura alpina

Ultimo aggiornamento: Giovedì 01 Agosto 2024 15:39
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L'architettura tradizionale delle costruzioni rurali, realizzate utilizzando legno e pietra, materie prime povere che l'ambiente alpino mette a disposizione, nell'ultimo secolo, con la nascita del turismo, viene integrata da un'architettura nuova che va dallo stile eclettico di fine Ottocento allo stile moderno proposto da architetti come Mollino o Bonadè Bottino.
La Valle di Susa rappresenta oggi un Museo a cielo aperto dove antiche borgate ancora integre coesistono con stili moderni e sperimentazioni architettoniche.

Architettura tradizionale

Alta e bassa valle di Susa sono caratterizzate da architetture tradizionali e tipologie edilizie molto diverse a causa delle sensibili differenze storiche e culturali, delle condizioni ambientali e climatiche, delle risorse disponibili.
La dimora alpina è sempre strutturata in modo funzionale per poter assolvere a funzioni specifiche. L'economia e le attività agro silvo pastorali variano con la quota e questo influisce nel modo di concepire la casa e il nucleo abitato.

Gli ambienti residenziali occupano porzioni minime dell'intero volume della casa. Prevalgono invece gli spazi destinati al ricovero del bestiame e alle scorte per il sostentamento degli uomini e degli animali che costituiscono la ricchezza della famiglia contadina.

Dal Neogotico al Liberty

La Valle di Susa si è fatta interprete di stili e sperimentazioni anche nel campo dell'architettura, in particolar modo con la scoperta delle Alpi e la nascita del turismo.

L'eco romantica del Gran Tour è seguita dalla diffusione dell'alpinismo e poi dell'escursionismo, con la villeggiatura e i soggiorni estivi, rendendo popolare lo stile del “pittoresco alpino” che ben si diffonde in Valle di Susa nelle località di “mezza montagna” tra il 1880 e il 1920.

Architettura moderna

L’architettura moderna arriva nell’alta Valle di Susa nella prima metà del Novecento, in seguito allo sviluppo delle località turistiche e alla sempre più vasta diffusione degli sport invernali.
Le moderne tecnologie per gli impianti di risalita messe a punto in quegli anni hanno permesso di svincolare i nuovi insediamenti turistici dai fondovalle e dalle località raggiungibili esclusivamente con l’auto e la ferrovia consentendo la nascita delle prime stazioni d’alta quota come ad esempio Sestriere.

Questa - realizzata attraverso un’imponente operazione economica ed immobiliare coordinata da Giovanni Agnelli e dall’architetto Vittorio Bonadè Bottino - è stata concepita in modo innovativo attraverso un progetto integrato di architettura, insediamento e domaine skiable che si caratterizza per la centralità data all’immagine architettonica complessiva e all’attenta pianificazione delle funzioni in relazione all’accessibilità e alla viabilità veicolare.

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