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Mostra di Aimone e Chessa a Condove - 13-15/06

13 Giugno 2025 - 15 Giugno 2025

Condove

Domenica 8 giugno alle ore 17 gli Amici della Chiesa di San Rocco e l’Associazione Culturale “ELEVAL-Momenti d’Arte” inaugurano la mostra “Nino Aimone Mauro Chessa - fare e pensare la pittura” nello spazio espositivo dell’antica chiesa romanica di San Rocco, via Cesare Battisti a Condove.

Orari di apertura: mercoledì 10-12; venerdì 16-18; sabato e domenica 10-12 e 16-18.

Ingresso libero.

La mostra

Nino Aimone e Mauro Chessa (a cura del Prof. Pino Mantovani): nell'effervescente panorama artistico della Torino post-bellica, emerge la figura di Nino Aimone (1932-2020), un artista la cui evoluzione creativa riflette il fermento culturale dell'epoca. Aimone si avvicina alla pittura sul finire degli anni '40, in un periodo di grande fermento per l'arte italiana. La sua formazione iniziale è un affascinante intreccio di determinazione e casualità: da un lato, lo studio autonomo basato su copie dal vero, dall'altro, la frequentazione dei corsi dell'Accademia Libera di Belle Arti di Torino. Questa duplice esperienza formativa si svolge parallelamente al suo lavoro quotidiano come operaio nelle industrie torinesi, creando un contrasto suggestivo tra la realtà industriale e le aspirazioni artistiche. La svolta nella carriera di Aimone avviene all'alba del 1951, quando il maestro Felice Casorati lo accoglie nel suo prestigioso cenacolo. Questo ambiente diventa un crogiolo di idee e influenze, forgiando le coscienze estetiche di numerosi giovani pittori torinesi. L'incontro con Casorati non solo arricchisce il bagaglio tecnico di Aimone, ma gli apre anche nuove prospettive concettuali, influenzando profondamente la sua visione artistica. Il 1955 segna un momento cruciale per Aimone: la sua prima mostra personale alla galleria Spotorno di Milano. Questa esposizione non è solo il suo esordio ufficiale nel mondo dell'arte, ma rappresenta anche la cristallizzazione di una ricerca artistica in piena evoluzione. Le opere esposte rivelano una tendenza verso la semplificazione della forma, un equilibrio delicato tra rigore compositivo e pulsione espressiva. Lo stile di Aimone si caratterizza per una "rigorosa e lucida spoliazione di eccessi e aneddoti figurali", una scelta che denota una maturità artistica precoce. Allo stesso tempo, si intravede una "larvata ma germinante apertura verso magmatiche e pulsionali aree cromatiche", anticipando sviluppi futuri della sua arte. Questa tensione tra controllo e libertà espressiva si manifesta nella palette cromatica, dove "bianchi gessosi" si alternano a "rossi accesi", creando un'atmosfera vibrante e carica di emozione.

La mostra pone a confronto l’opera di Aimone con quella di un altro grande artista coevo, destinato a lasciare anch’egli un'impronta indelebile nel panorama artistico italiano: Mauro Chessa (1933 – 2022).  Il nonno, Carlo Chessa, era un rinomato incisore, mentre il padre, Gigi Chessa, non solo era un pittore di talento, ma anche uno dei fondatori del celebre gruppo "I Sei di Torino". Il 1954 segnò l'inizio ufficiale della carriera espositiva di Chessa, partecipando alla mostra collettiva "Undici giovani pittori di Torino". Gli anni '60 si rivelarono un periodo di intensa sperimentazione e crescita per Chessa. La sua pittura, inizialmente ancorata al realismo esistenziale, iniziò a evolversi in modo affascinante. Chessa si avventurò nei territori dell'action painting, lasciando che il gesto e l'emozione guidassero il suo pennello, ma fu l'incontro con l'opera di Francis Bacon a segnare una svolta decisiva. Le figure contorte e angosciate di Bacon risuonarono profondamente in Chessa, influenzando visibilmente le sue opere dei primi anni '60. Tuttavia, con pazienza e determinazione, iniziò a forgiare un linguaggio visivo tutto suo. La figurazione di Chessa divenne sempre più personale e potente, le sue tele si popolarono di figure cariche di espressività, narrando storie silenziose ma eloquenti. Ogni pennellata sembrava raccontare un frammento di vita, ogni colore un'emozione intensa. Il suo stile si trasforma, acquisendo una forte carica espressiva e narrativa che diventerà la sua firma distintiva.

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