Via Alta

a piedi bicicletta cavallo

La Via Alta è un itinerario escursionistico a lunga percorrenza, autentico collegamento tra due delle maggiori mete di pellegrinaggio europee: Roma e Santiago de Compostela. Un itinerario culturale internazionale che attraversa le Alpi e ripercorre il tracciato della Via Domizia, creata dai romani nel II secolo a.C. e seguita da mercanti, soldati e pellegrini dell’Europa medioevale. Un’occasione di riscoperta delle comuni radici storiche e culturali dei popoli del Vecchio Continente, ma anche il volano di uno sviluppo economico reso possibile dal crescente interesse per un turismo “dolce” e rispettoso dell’ambiente.

Il progetto La Via Alta nasce da un confronto tra due dinamiche realtà transfrontaliere animate dalla stessa volontà di promuovere la dimensione culturale dei territori di montagna, della Valle di Susa in Italia e della alta Valle della Durance in Francia. Questo progetto transfrontaliero intende dare impulso  alla valorizzazione di un asse storico che collega due grandi destinazioni turistiche e culturali: Avignone e Torino. L’itinerario La Via Alta si estende fino ad Arles e Vercelli che costituiscono le porte d’ingresso storiche dei Cammini di Santiago de Compostela e della Via Francigena.

Per approfondimenti:

www.via-alta.com/

La Via Alta (appunti di viaggio sulla via Francigena)
http://youtu.be/w6pLyQ7zTPM

La Via Alta
http://youtu.be/9K-cyzldhCY

  • sviluppo: 19,4 km
  • dislivello discesa: 660 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Colle del Monginevro
  • arrivo: Oulx

Il Colle del Monginevromons Matronae per gli antichi romani, è lo storico valico dalla Francia all’Italia: superato Montgenèvre, dal cippo che indica 2010 km a Santiago de Compostela e 914 km a Roma si entra in Valle di Susa attraversando Clavière, centro turistico e sciistico del comprensorio Vialattea dominato dall’imponente monte Chaberton.

Il sentiero tracciato percorre le suggestive Gole di San Gervasio (attraversabili anche sullo scenografico Ponte Tibetano), seguendo il letto del torrente sino alla strada asfaltata poco a monte di Cesana Torinese. Si attraversa il centro del borgo alpino sino alla parrocchiale di San Giovanni Battista, dominante l’abitato e caratterizzata da un maestoso campanile in stile romanico delfinale e, all’interno, da un soffitto ligneo a cassettoni riccamente decorato risalente al 1678. Il percorso prosegue su una strada sterrata, a monte e parallela alla statale, raggiungendo le caratteristiche frazioni Mollieres e Solomiac.

Un breve tratto lungo la statale, dall’incrocio per Fenils, permette di imboccare un’altra sterrata che porta al bivio di Amazas. Da qui, evitando l’incrocio autostradale, si sale verso la località San Marco e, in discesa, si giunge alla Parrocchiale di Santa Maria Assunta che, con la Torre Delfinale(XV sec.), domina l’abitato di Oulx. Un tempo sede della Prevostura di San Lorenzo (XI sec.), questo borgo divenne una delle sedi principali degli Escarton, un’autonoma forma amministrativa del territorio, ricordata ancora oggi con la Fiera Franca, la più antica della Valle di Susa, concessa nel 1494 dal re di Francia come risarcimento dei danni subiti per il passaggio degli eserciti.

Una variante molto paesaggistica, ma proponibile solo in buone condizioni meteo, prevede all’uscita di Cesana Torinese di imboccare il sentiero escursionistico lungo la riva sinistra della Dora Riparia sino a Fenils, con la sua maestosa Parrocchiale di San Giuliano (XV sec.). Il percorso prosegue sino all’incrocio su statale con la strada proveniente dalla frazione Solomiac.

  • sviluppo: 24,7 km
  • tempo percorrenza: 7 ore 20 minuti
  • dislivello discesa: 1580 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Colle del Moncenisio
  • arrivo: Susa

Colle del Moncenisio - Moncenisio (Km 9,4)

Valicato il Colle del Moncenisio e lasciati alle spalle il lago i tornanti della Gran Scala e la Piana di San Nicolao, dopo i resti della galleria della ferrovia Fell, al ricovero 4 si imbocca la secolare Strada Reale, mulattiera che conduce al caratteristico borgo alpino di Moncenisio.
Noto in passato come Ferrera, si sviluppò grazie al ruolo strategico di tappa obbligata lungo la via: il percorso ecomuseale e la Parrocchiale di San Giorgio permettono di approfondire la sua storia al servizio del colle.

Moncenisio - Novalesa (Km 6,9)

Poco a valle riprende la Strada Reale, che scende sino a Novalesa: qui il paesaggio boschivo della Val Cenischia si apre in alcuni tratti alle splendide gorge e alle cascate del torrente omonimo. Percorrendo la Via Maestra, dalla caratteristica lastricatura, si osservano le testimonianze del suo storico passato di luogo di sosta e transito verso il Colle del Moncenisio: l’architettura interna e gli affreschi degli stemmi araldici delle antiche locande; la Parrocchiale di Santo Stefano, con la sua ricca collezione di tele donate da Napoleone e il capolavoro di oreficeria dell’Urna di Sant’Eldrado; il Museo di Arte Religiosa Alpina e il Museo Etnografico di Vita Montana. Superato l’abitato è d’obbligo la deviazione all’Abbazia di Novalesa, titolata ai SS. Pietro e Andrea, tra le più antiche fondazioni monastiche benedettine dell’arco alpino (726 d.C.): nel suo parco sorgono alcune cappelle campestri di rara bellezza come la Cappella di Sant’Eldrado (XII sec.), mentre parte del complesso abbaziale è sede del Museo Archeologico.

Novalesa - Venaus (Km 3,9)

Da Novalesa il cammino prosegue lungo la carrozzabile sino a Venaus, con la sua neogotica Parrocchiale di San Biagio. Il borgo è noto per la tradizionale Danze delle Spade e degli Spadonari, che si svolge a febbraio e affonda le radici in tradizioni pre-cristiane: il copricapo adorno di coloratissimi fiori e la gestualità sono legati ai riti invernali per propiziare la primavera.

Venaus - Mompantero (Km 3,2)

Una piacevole strada secondaria delimitata da muretti a secco attraversa prati e vigne sino alla frazione San Giuseppe di Mompantero, ai piedi del monte Rocciamelone. L’abitato di Mompantero è dominato dal moderno Santuario della Madonna del Rocciamelone, sorto nei pressi dell’antica mulattiera che conduce alla vetta sacra per eccellenza della Valle di Susa (3538 m): venerata sin dall’epoca celtica, nel 1358 fu raggiunta dall’astigiano Bonifacio Roero che vi collocò il prezioso Trittico del Rocciamelone, mentre nel 1899 venne issata sulla cima una statua bronzea della Vergine.

Mompantero - Susa (Km 1,3)

Da San Giuseppe una strada secondaria carrozzabile conduce in località Passeggeri, poco a monte di Susa, convergendo su quella proveniente dal Monginevro ed entrando nella storica Piazza Savoia. La città, ricca di testimonianze romane e medioevali, sorse alla confluenza dei due assi stradali che conducevano da un lato ai colli più importanti verso la Francia, dall’altro verso Torino: la sua posizione strategica fece sì che sin dall’antichità diventasse un punto di riferimento per l’intera valle. La storia millenaria di Susa si ripercorre attraverso importanti vestigia quali l’Arco di Augusto, l’arena romana, la cinta muraria, la Porta Savoia, gli scavi archeologici e il Castello, residenza della contessa Adelaide di Torino, moglie di Oddone di Savoia-Moriana.

La Cattedrale di San Giusto e l’imponente torre campanaria dalla slanciata cuspide ottagonale sono frutto di un complesso architettonico stratificato nel tempo, dal 1029 - anno di fondazione dell’abbazia benedettina - agli interventi gotici e neogotici tra il XIII e il XIX sec.: stratificate campagne decorative si rivelano all’esterno, come L’entrata di Cristo in Gerusalemme (XV sec., attribuita ai Serra di Pinerolo) e i Medaglioni dei Santi e profeti; preziose tele, ricchi altari e il coro ligneo trecentesco arricchiscono gli interni. A poca distanza sorgeva il Priorato di Santa Maria Maggiore, la più antica chiesa battesimale della Valle di Susa, di cui rimane il campanile romanico; altra testimonianza del patrimonio religioso segusino sono inoltre la Chiesa e il Convento di San Francesco, fondato secondo tradizione dallo stesso Francesco d’Assisi in occasione del suo passaggio nel 1214. Sulla sponda sinistra della Dora Riparia, infine, sorge la barocca Chiesa della Madonna della Pace, o Chiesa del Ponte, i cui locali attigui ospitano il Museo Diocesano di Arte Sacra con importanti collezioni: il Tesoro della Cattedrale di San Giusto, il Tesoro della Chiesa del Ponte, le Oreficerie, la Statuaria e i Tessili.

  • sviluppo: 28,1 km
  • tempo percorrenza: 5 ore 30 min
  • dislivello discesa: 576 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Oulx
  • arrivo: Susa

L’itinerario continua lungo la strada asfaltata, si supera la frazione Gad, quindi si seguono le indicazioni per il Sentiero dei Franchi (percorso escursionistico montano che porta alla Sacra di San Michele) sino alla deviazione per Salbertrand: il paese è sede del Parco Naturale Gran Bosco, che tutela pregiate ed estese abetine, e dell’Ecomuseo Colombano Romean, che prevede nei suoi percorsi la visita agli splendidi affreschi cinquecenteschi della Parrocchiale di San Giovanni Battista e della Cappella di San Cristoforo nella frazione Oulme.

Proseguendo lungo il Sentiero dei Franchi si giunge alla frazione Sapè, da cui si devia per scendere a Exilles, borgo caratterizzato dall’intatta architettura alpina in pietra e legno e dominato dall’imponente omonimo Forte (XII sec.). Sulla piazza centrale sorgono la torre campanaria romanica e la Parrocchiale di San Pietro Apostolo, con un ricco altare maggiore del 1681; interessante è anche la piccola Cappella di San Rocco all’uscita del paese, datata 1660, frutto del reimpiego di più antichi materiali lapidei.

Si passa a fianco dell'imponente struttura del forte di Exilles fino a scendere sul corso della Dora incontrando un grande ponte di recente costruzione. Di qui si giunge al ponte nuovo di Exilles, che  occorre risalire verso monte e attraversare, per scendere poi verso la centrale idroelettrica di  Chiomonte. poco prima di raggiungere la centrale si devia a destra, riattraversando la Dora e risalendo per breve tratto la strada asfaltata che porta in paese, che va abbandonata presso un tornante, quando si incontra la mulattiera che sale nel bosco di latifoglie. Si giunge così a Chiomonte, un tempo residenza estiva del Vescovo di Pinerolo: il centro storico è uno straordinario gioiello di cortili, porticati, vicoli e antichi palazzi nobiliari come Casa Ronsil Palazzo Levis, sede della Pinacoteca Civica; la Cappella di Santa Caterina, un tempo dedicata al Battista, è ciò che resta dell’ospedale gerosolimitano: decorata internamente in epoca barocca, vi sono affreschi frammentari del XIV sec., mentre l’esterno presenta ornature ad archetti pensili e un portale duecentesco polilobato. La Parrocchiale di Santa Maria Assunta, affiancata da un maestoso campanile in stile romanico delfinale, presenta pregiati arredi lignei tipici del barocco alpino come il coro e il seggio pastorale, opere di Jacques Jesse di Embrun, la porta principale di Eymon Lord, il retable a colonne tortili dell’altare del Rosario (1682) di Cheffrey Faure.

Si esce da Chiomonte in direzione Gravere/Susa, si percorre la strada statale 24 verso valle per circa 800 m su tracciato pedonale protetto. Giunti in prossimità di una diramazione, si volge a sinistra e si prende una stradina che, fiancheggiata da suggestivi muretti a secco, passa in una zona coltivata a vigneti. Lungo sentieri e stradette sterrate ci si affaccia sulle sottostanti gorge della Dora e su Giaglione sino ad arrivare sul grande invaso idrico realizzato dall'ENEL a monte di Susa. Di qui si scende lungo un sentiero sino a confluire su una stradina asfaltata che in breve sottopassa l'arco di Augusto e giunge in piazza Savoia, dove spiccano l'omonima porta romana e la cattedrale di San Giusto.

  • sviluppo: 32,6 km
  • tempo percorrenza: 6 ore 10 minuti
  • dislivello discesa: 250 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Susa
  • arrivo: Avigliana

Il percorso prosegue verso San Giuliano e Chiodo, frazioni di Susa, attraversando cascine e prati coltivati, sino a raggiungere le prime abitazioni di Foresto (Comune di Bussoleno) e la Cappella della Madonna delle Grazie, il cui ciclo affrescato sulla vita della Vergine è attribuito al tolosano Anthoyne de Lhonye, attivo in Valle di Susa intorno al 1462. Una breve deviazione conduce alla Riserva Naturale dell’Orrido di Foresto, una suggestiva gorgia scavata dal millenario passaggio dell’acqua: nei suoi pressi rimangono i ruderi di un mulino e di un lazzaretto.

L’Antica Strada di Foresto conduce a Bussoleno. Oltrepassata la stazione ferroviaria, si prosegue sino al ponte sulla Dora Riparia che immette nel borgo medioevale, dove sono ben visibili i resti della cinta muraria, la porta d’ingresso e, lungo la via principale, alcune abitazioni che ispirarono il D’Andrade per il Borgo Medioevale di Torino: Palazzo Allais, Casa Amprimo, detta anche Locanda della Croce Bianca, e Casa AschieriLa Parrocchiale di Santa Maria Assunta (XII sec.), affiancata dal campanile romanico, presenta all’interno arredi lignei barocchi e interessanti dipinti del Morgari e di Gentileschi, testimonianza della riedificazione settecentesca a opera dell’architetto lorense De Willencourt.

Usciti da Bussoleno si prosegue verso San Giorio di Susa, riconoscibile dal Castello medioevale sulla collina. Sono moltissime le tracce del suo ruolo di via di transito: la Cappella di San Sebastiano, la Garitta, antico edificio con finestra a bifora e arcone, la Parrocchiale di San Giorgio martire con il campanile romanico, la casaforte; tra gli affreschi che decorano la Cappella di San Lorenzo, fondata nel 1328 e detta anche del Conte, spiccano i simboli del pellegrinaggio: la visita dei re Magi San Cristoforo. Anche in questo borgo è viva la tradizione degli Spadonari e della Danza delle Spade, che si svolge in primavera in occasione della festa patronale di San Giorgio martire.

Lasciato alle spalle l’abitato, una strada campestre incrocia la vecchia comunale, delimitata da muretti in parallelo alla SS24. La sterrata alla sua sinistra prosegue fra campi di mais, orti e vigne per giungere alla zona del Malpasso, che la tradizione popolare evoca come luogo abitato da briganti che assalivano i viandanti: il percorso evita la statale sino all’incrocio con la strada della borgata Pianverso. Una breve deviazione conduce a valle alle cascine Roland Giaconera, storici luoghi di sosta e di cambio cavalli, a monte alle Certose di Banda di Montebendetto, fra i più antichi insediamenti certosini piemontesi.

Proseguendo si attraversa invece il centro abitato di Villar Focchiardo con la Parrocchiale di Santa Maria Assunta, esempio di barocco settecentesco tipico della corte sabauda, che testimonia lo stretto legame con la famiglia committente dei Carroccio. Il paese, fra i più importanti produttori di castagne di qualità nel territorio valsusino e piemontese, è noto per la storica Sagra del Marrone.

Raggiunta la frazione Comba si segue l’Antica Strada di Francia fino a Sant’Antonino di Susa. La piazza principale è dominata dall’imponente facciata della Parrocchiale di Sant’Antonino martire, una delle più antiche chiese della valle e sede dei canonici ospitalieri di Sant’Antonino della Valle Nobilense: la struttura architettonica presenta elementi tipici dell’XI sec., come la torre campanaria, ed è arricchita da cicli pittorici trecenteschi.

Proseguendo lungo la stessa via il cammino conduce a Vaie, noto per la produzione tipica del canestrello, biscotto fragrante cotto su appositi ferri a tenaglia. Un interessante percorso archeologico e naturalistico conduce al Santuario di San Pancrazio (XI sec.) e si conclude al Museo di Archeologia sperimentale.

L’Antica Strada di Francia porta inoltre a Chiusa San Michele: il suo nome è legato ai resti delle Chiuse Longobarde, teatro di scontro fra Carlo Magno e Desiderio, e alla dipendenza dalla Sacra di San Michele, che domina il paese dal monte Pirchiriano.

A destra della settecentesca Parrocchiale di San Pietro apostolo, una variante tra campi coltivati e boschi, raggiunge in circa 2 ore l’abbazia clusina. L’imponente Sacra di San Michele (983-987 d.C), monumento simbolo del Piemonte, è una delle più importanti architetture romaniche europee, centro di cultura monastica e mèta secolare di pellegrinaggio internazionale: la Loggia dei Viretti, lo Scalone dei Morti, il Portale dello Zodiaco, l’affresco dell’Assunzione della Vergine, le cinquecentesche tavole del trittico di Defendente Ferrari, le pale del cremonese Antonio Maria Viani sono tra gli elementi che contraddistinguono l’edificio sacro, frutto di secolari interventi e campagne decorative che culminarono nel 1889 con il grande restauro di Alfredo D’Andrade.
Per l'ascesa (500 m di dislivello) e la visita alla Sacra si consiglia di decare un'intera giornata.

Proseguendo lungo la strada di Francia, si raggiunge Sant’Ambrogio di Torino, il cui borgo medioevale è ben leggibile nell’intatta cinta muraria, nelle torri di avvistamento (XIII sec.) e nel Castello abbaziale (XII sec.), in posizione dominante sul paese. Di notevole pregio artistico e architettonico è la Parrocchiale di San Giovanni Vincenzo, eremita fondatore della Sacra: l’impianto interno, la cupola e la facciata sono settecenteschi su progetto del Vittone, mentre il campanile, costruito forse su precedente edifico a uso militare, presenta lo stile sobrio dell’originale romanico.
Il percorso prosegue attraversando la via principale di Sant’Ambrogio sino a raggiungere il Museo del Dinamitificio Nobel: interessante esempio di architettura industriale d’inizio Novecento, ha ospitato dal 1872 al 1965 la fabbrica di esplosivi più importante d’Europa.

Superato il Dinamitificio la strada porta al centro storico di Avigliana. Il cuore medioevale della città è Piazza Conte Rosso, caratterizzata dall’antico pozzo, dagli edifici in cotto e porticati e dominata dall’alto dal Castello arduinico (X sec.): dote della Comitissa Adelaide di Susa ai Savoia, divenne avamposto delle ambizioni della dinastia sul torinese e infine smantellato dai francesi nel 1690. La Parrocchiale di San Giovanni (XIII sec.) conserva pregevoli opere come il cinquecentesco pulpito ligneo e le tele di Defendente Ferrari; nei pressi della chiesa è inoltre possibile osservare la Torre dell’orologio: nel 1330 vi fu collocato il primo orologio pubblico del Piemonte. Tra gli edifici sacri di Avigliana si segnalano il seicentesco Santuario della Madonna dei Laghi, costruito sul luogo dove sorgeva un pilone votivo mèta di pellegrinaggio già dal XIV sec.; la Chiesa di San Pietro (XII sec.) con l’affascinante stratificazione di affreschi databili tra l’XI e il XV sec.; la Chiesa di Santa Maria Maggiore, di impianto romanico con modifiche in chiave gotica del XIV sec.

Il cammino prosegue tra i vicoli medioevali del centro storico nei pressi del Palazzo del Beato Umberto, costruito in seguito a un lascito del 1347 e sede dell’antico Ospedale, in cui venivano ospitati i pellegrini che transitavano sulla Via Francigena.

  • sviluppo: 33,8 km
  • tempo percorrenza: 6 ore 50 minuti
  • dislivello discesa: 150 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Susa
  • arrivo: Almese

Dopo essere partiti da Susa e aver raggiunto Bussoleno attraverso Foresto, è possibile scegliere di proseguire il cammino francigeno lungo la sinistra orografica della Dora Riparia. L'itinerario parte da Bussoleno e costeggia la linea ferroviaria, sino a raggiungere la frazione Grangia di Chianocco.Il percorso prosegue su strada asfaltata passando davanti all’antica casaforte (XII sec.), interessante esempio di architettura civile romanica. Situato all’imbocco della Riserva dell’Orrido di Chianocco, il paese è composto da numerose frazioni ma il suo cuore più antico in località Campoasciutto è caratterizzato dal maestoso complesso fortificato del Castello (XIII sec.) e dall’antistante Parrocchiale di San Pietro Apostolo, sorta in seguito all’alluvione che distrusse quella romanica, di cui rimane solo la torre campanaria; degna di nota è anche la Cappella cimiteriale di Sant’Ippolito (XI sec.), decorata da pregevoli affreschi databili XV sec.

La strada scende verso la frazione Vindrolere e, attraversando una zona ricca di orti, coltivi, boschi e vigneti, tocca le prime abitazioni di Bruzolo: si passa accanto a un’antica fucina azionata da un sistema idraulico, una delle più complesse architetture protoindustriali della Valle di Susa. Tra gli edifici degni di nota la settecentesca Parrocchiale di San Giovanni Evangelista e il Castello (XIII sec.), trasformato nel tempo in residenza signorile delle famiglie fedeli alla corte sabauda e sede della firma dei Trattati di Bruzolo (1610) fra il duca di Savoia e il re di Francia.

Attraversato l’abitato, la strada continua in discesa imboccando a sinistra la carrozzabile che costeggia le pendici della montagna lungo la quale si sviluppa il comune di San Didero: antico possesso feudale di famiglie legate ai Savoia, il nucleo più antico sorge attorno alle mura merlate del massiccio torrione della casaforte, forse mastio di un castello scomparso; la Parrocchiale di San Desiderio, in posizione panoramica, fu alle dipendenze della Prevostura di Oulx.

Superata la casaforte, il percorso prosegue in direzione di Borgone Susa. Poco prima dell’abitato, un’interessante deviazione porta al Maometto, suggestivo luogo dalle radici antiche: nei pressi di una radura si trova una roccia scolpita raffigurante un personaggio a braccia aperte, che la tradizione popolare ha identificato con il profeta arabo ma più probabilmente si tratta della latina divinità agreste Silvano. Il cammino costeggia la linea ferroviaria e giunge nella piazza principale del paese dove sorge il seicentesco Palazzo Montabone, sede del Municipio; si oltrepassa la Parrocchiale di San Nicola di Bari e, con una deviazione al di sotto del cavalcavia, la strada conduce al Ponte di Sant’Antonino - possibile collegamento dei percorsi francigeni - e alla frazione San Valeriano: qui sorge l’omonima cappella romanica (XII-XII sec.) con la decorazione absidale del Cristo Pantocratore.

Un breve tratto di pista ciclabile parallelo alla SS24 porta alla località Molere, dove una sterrata si inoltra fra i prati: la deviazione a sinistra permette di costeggiare la montagna su strada pianeggiante sino alle frazioni Grangetta Poisatto e all’area pic-nic sul torrente Gravio. Un largo marciapiede lungo la statale conduce alle porte di Condove, uno dei centri più grandi della valle, composto da 74 borgate montane: alcune di queste presentano ricche testimonianze artistiche come la Cappella di San Bernardo al Laietto (1430), la Parrocchiale di San Saturnino Mocchie e la romanica Cappella di San Rocco, già Santa Maria del Prato; ai piedi della dorsale rocciosa si può invece ammirare il Castello del Conte Verde: citato dal XIII sec. come dipendenza del monastero di San Giusto di Susa, ebbe ruolo difensivo e residenziale.

La carrozzabile arriva quindi all’abitato di Caprie, il cui nome trae origine dal sovrastante monte Caprasio, raggiungibile con percorso escursionistico dalla frazione Celle: è un luogo suggestivo per la presenza della grotta eremitica di San Giovanni Vincenzo, fondatore della Sacra di San Michele, e della Chiesa di Santa Maria Assunta, che presenta una cripta con affreschi del X sec. Il cammino principale prosegue sulla pista ciclabile affiancata al lungo rettilineo stradale che conduce alla frazione Novaretto: l’ottocentesca Parrocchiale dei SS. Rocco e Sebastiano offre un’interessante bicromia data dall’alternanza di bande nere e bianche, mentre internamente spicca la ricca struttura a cassettoni della navata centrale.

Superate le ultime abitazioni di Novaretto, la strada diventa sterrata e costeggia la Collina della Seja. Per evitare la trafficata SS24, un facile sentiero sale alla frazione Torre del Colle di Villar Dora, costruita nel 1289 per iniziativa di Amedeo V di Savoia allo scopo di difendere l’attraversamento della Dora Riparia: su questa dorsale, in una zona boscosa sorge la Cappella di San Pancrazio, affrescata con un ciclo pittorico di fine XV sec. Quindi il percorso scende e incrocia una via secondaria che conduce al centro storico del paese, dominato dal maestoso Castello Provana: frutto dell’unione di tre caseforti più antiche, a partire dal XIII sec. fu interessato da ampliamenti e rivisitazioni in chiave neogotica; poco distante sorge anche la Parrocchiale dei SS. Vincenzo e Anastasio, parzialmente ricostruita nel Seicento, con alcuni importanti arredi e tele da ricondurre alla committenza della famiglia Provana. Da segnalare, infine, il Museo della preistoria della Dora Riparia.

Proseguendo lungo la strada principale si entra in Almese: l’insediamento di epoca romana è testimoniato dal ritrovamento in località Rivera di una Villa, tra le più importanti dell’edilizia residenziale latina in Piemonte. Di grande interesse storico lungo il cammino è il Ricetto di San Mauro, risalente al XIV sec. Nato allo scopo di difendere il preesistente edificio monastico, ne ha inglobato parte delle strutture: il campanile fu infatti trasformato in torre, mentre il corpo principale divenne il mastio del nuovo castello, circondato da due cinte murarie e sfruttato come ricetto.